Mostre

Cinquant’anni d’Africa 1957-2007

Mostra personale di Luigi Coppa
15/09/2007 - 31/10/2007
A 50 anni dalla importante mostra ad Istanbul Luigi Coppa, uno dei più importanti artisti dell'isola d'Ischia, espone a Villa Arbusto le opere che hanno segnato le tappe principali della sua esperienza interiore vissuta in quell'Africa che è diventata punto focale della sua ricerca artistica.

Nelle sale espositive del Complesso Museale di Villa Arbusto il 15 settembre 2007 si inaugura la personale di Luigi Coppa, uno dei maggiori esponenti dell’arte dell’isola d’Ischia, in occasione dei 50 anni dalla sua prima mostra in Africa.   

Infatti nel 1957, Luigi Coppa espone a Istanbul e nonostante abbia già fatto mostre in Italia, in Germania, prendendo anche parte alla Biennale e alla Quadriennale di Roma la mostra turca segna una svolta fondamentale nella sua carriera. È la somma di un’esperienza artistica e umana, la promessa di un nuovo avvio. Ad Istanbul il Coppa presenta paesaggi della sua isola natale, Ischia, e la mostra ha un successo tale da permettergli di realizzare un sogno: vedere l’Africa.  

Da Istanbul va direttamente a Nairobi. Dapprima si sente straniero, l’intensità dell’Africa lo sconcerta e gli occorrono due mesi per entrare in questa nuova dimensione. Parte allora alla scoperta, vivendo molto spesso fra i Neri, al di fuori delle città, e percorre, per un anno, al ritmo della sua curiosità e del suo piacere, il Kenya, l’Uganda, il Congo, Ruanda. Fa qualche tela, degli acquarelli, ma soprattutto accumula una quantità di schizzi, di note e studi di colori. 

Poi rientra a Ischia. E comincia la lunga ricerca: si tratta di comunicare l’immagine interiore di un’Africa abitata e vivente. Da allora le figure umane dei “neri” e le ambientazioni di quel continente diventano il soggetto principale delle sue successive produzioni. 

Un’esposizione, nel 1959, a Parigi, presenta al pubblico le prime opere africane. Sono quadri a olio. Guerrieri, scene di caccia. Si distinguono lance, scudi, le corna della bestia abbattuta. Il suo gusto per il rigore, il suo senso tragico della vita, portano Coppa a esprimere di colpo l’aspetto intenso e essenziale dell’Africa.  

Parigi, tuttavia, è solo un primo contatto con il pubblico europeo. E Coppa si rimette al lavoro. Senza sosta, quasi per dieci anni, vi si consacrerà senza lasciare la sua isola e senza mai dipingerla. Sogna tele immense, ancora irrealizzabili.  

In tutta la produzione artistica, dal periodo giovanile, durante il quale sono le scene della vita di paese a essere dipinte, passando per il primo periodo africano (Kenia, Congo, Uganda) con il ritorno a Forio e la successiva ripartenza, stavolta per l’Africa sub-sahariana, la pittura di Gino Coppa ha sempre avuto la capacità di mescolare la lezione dell’Espressionismo tedesco (appresa a Forio da Eduard Bargheer) con i colori e le atmosfere, le suggestioni ischitane, africane, mediterranee. 

Ed è a Villa arbusto, a 50 anni dalla importante mostra ad Istanbul con i suoi dipinti ischitani, che Luigi Coppa nella sua isola espone le opere che hanno segnato le tappe principale della sua esperienza interiore vissuta in quell’Africa che è diventata punto focale della sua ricerca artistica.