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SI L’AMMORE CHE M’ABBÈNCE

SFUMATURE D'AMORE NELLA CANZONE NAPOLETANA
04/07/2023 - 04/07/2023
“E-state insieme a Lacco Ameno”, rassegna di appuntamenti artistici e culturali del comune di Lacco Ameno, nel Parco di Villa Arbusto propone il concerto “Si l’ammore che m’abbènce. Sfumature d’amore nella canzone napoletana”.  Un imperdibile incontro musicale con il Coro polifonico San Leonardo di Procida alle prese con quattordici brani del canzoniere napoletano diretti e arrangiati dal M° Aldo de Vero con l’accompagnamento dei M. Sara Puglia al pianoforte e Federico Maddaluno al mandolino.

«Si tratta di canzoni che abbracciano la lunga tradizione musicale partenopea, dal Seicento fino al grande repertorio contemporaneo»spiega Rosaria Lauro, presidente dell’Associazione Coro polifonico San Leonardo. 
«Tutti i brani sono stati rivistati e arrangiati dal nostro Maestro Aldo de Vero insieme a Elio di Bernardo, il primo maestro e accompagnatore del coro. Il tema, come suggerisce il titolo dello spettacolo, è l’amore, inteso in tutte le sue molteplici sfaccettature: l’amore di coppia, l’amore per la propria terra, quello compiuto erisolto, quello non corrisposto».
Un viaggio musicale pieno di sentimenti reso ancora più speciale dagli abiti di scena: tutti i componenti del coro indosseranno infatti i costumi procidani della tradizione settecentesca. «Sono abiti riprodotti dopo un lungo lavoro di ricerca, che ci riportano alle suggestive atmosfere del tempo», continua Lauro, «e con i quali ci siamo già esibiti in occasione delle manifestazioni legate a “Procida capitale italiana della cultura».

Nella scaletta della serata anche uno dei canti napoletani più antichi di sempre, tramandato dalla tradizione orale, poi successivamente trascritto e riportato in auge dallo straordinario lavoro di Roberto De Simone e la Nuova Compagnia di canto popolare
«E’ “Il ritornello delle lavandaie del Vomero” – anticipa Rosaria Lauro – canto d’amore di origini antichissime, divenuto nel tempo canto di protesta contro la dominazione aragonese, in cui il fazzoletto assume il significato di una terra sempre promessa e mai concessa».